Oltre i Confini… le ferite e i muri tra mente ed anima
“Parlatene. Parlatene sempre. Di tutto. Perché i silenzi sono pietre. E le pietre diventano Muri. E i muri
dividono.”
Il 1916, nella Prima Guerra Mondiale, è l’anno dell’inizio della guerra di Trincea. La trincea è un solco, uno stretto fossato scavato per circa due metri di profondità e altrettanti di larghezza che si estende per diversi chilometri lungo il territorio di guerra.
È una “ferita” inferta nel territorio, per sempre a testimoniare un momento storico particolare, dove gli uomini venivano chiamati a resistere a lunghi periodi di silenzio e di attesa, a contatto costante con la morte o, perlomeno, con il pericolo di morte.
Ma quante sono le “Trincee” che costruiamo nella nostra vita? Quanti sono i muri e le ferite che conserviamo nella nostra anima e nella nostra mente e che diventano a volte difficili da scardinare e superare?
Anche quest’anno il premio, prendendo come spunto la storia della Grande Guerra, vuole indagare su una problematica più attuale e contemporanea. Ogni giorno ci troviamo ad affrontare nelle relazioni (personali e professionali) dei contrasti dovuti alla presenza di muri, ferite e confini dell’Altro che, se non comprese e superate, rischiano di minare i rapporti, anche per sempre.
Il nostro stile di vita è sempre più connesso con il mondo e “gli infiniti mondi” altri, coinvolgendo la nostra parte empatica ed assertiva.
Ai Maestri del Ferro battuto con questo tema chiediamo di riflettere e di dare la loro interpretazione personale, che sia un messaggio positivo e di crescita e dove l’opera diventa lo strumento per trasmetterlo.
Beyond Boundaries… The Wounds and Walls between Mind and Soul
“Talk about it. Talk about it always. About everything. Because silence is like a stone. And stones become walls. And walls divide.”
During the First World War the year 1916 marks the beginning of trench warfare. The trench was a narrow moat dug about two metres deep into the ground and about two metres wide, stretching several kilometres along the front.
It is a “wound” left in the land forever to bear witness to a specific moment in history when men were called to resist long periods of silence and waiting, in constant contact with death
or, at least, the danger of death.
But how many “trenches” do we build in our lives? How many walls and wounds are left in our hearts and in our minds, becoming sometimes difficult to demolish and overcome?
This year too, the prize takes inspiration from the history of the Great War and aims to explore a more contemporary issue.
Every day, in our personal and professional relations we are continuously called to face contrasts arising from the presence of walls, wounds and borders of others.
If these are not understood and overcome, they risk undermining a relationship forever.
Our lifestyle is increasingly connected with the world and other “infinite worlds,” involving the empathetic and assertive part of us.
With this theme, we are inviting the masters of wrought iron to reflect and give their personal interpretation, which should be a positive message and a sign of growth of which the work becomes a means to convey it.
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